Significa smettere di fare i bambini, cercando continuamente qualcuno che si prenda la responsabilità al posto nostro.
Significa smettere di proiettare le figure genitoriali sul compagno, compagna, amici, gruppi, di sostegno, insegnanti, preti, psicologi, terapeuti, politici, Dio.
Significa scegliere di stare in piedi sulle proprie gambe e smettere di prendere energia dagli altri, o di fare qualcosa solo se prima la fanno gli altri.
Significa dare un senso alla propria esistenza, e non cercarla nei messaggi pubblicitari televisivi.
Significa impiegare bene il tempo che ci rimane da vivere senza sprecarlo in cose dannose o inutili.
Significa smettere di imitare gli altri o qualcuno in particolare, e iniziare a cercare se stessi, per poi vivere se stessi.
Significa smettere di dare la colpa al mondo o agli altri della propria insoddisfazione e infelicità e iniziare a lavorare per liberarsi, sia dentro, che fuori, dalla debolezza e dalla dipendenza.
Significa liberarsi dai condizionamenti e dalle paure, e iniziare a diventare più amorevoli, equilibrati e consapevoli, a prescindere da come va il mondo intorno a noi.
Significa smettere di portarsi dietro pesi inutili, liberarsi dall’attaccamento al passato e a tutte le manifestazioni interiori pesanti ed ingombranti che bloccano il flusso di amore, gioia, felicità e consapevolezza.
Significa scegliere di cercare la fonte del vero amore, invece di far finta di amare e di provare sentimenti reali, che altro non sono che emozioni condizionate e codificate in una serie di comportamenti socialmente convenienti.
Significa vedere, accettare, e sapere sempre dove si è e dove si vuole andare.
Significa iniziare a vivere la propria vita…a modo proprio, anche se hai contro, tutto e tutti.
Significa diventare i “Signori” del proprio tempo e del proprio destino.
Significa smettere di giudicare, di criticare, se stesso e gli altri, ma utilizzare ogni situazione come specchio per vedere sempre meglio se stessi e il proprio funzionamento.
Significa prendersi cura sé, del proprio corpo, della mente, delle emozioni e della propria anima, senza mai divenire un fanatico.
Significa stare nel mezzo, in equilibrio fra gli opposti, non esagerare mai, né troppo di qua, né troppo di là.
Significa realizzare se stessi per poi aiutare gli altri.
Significa osservare se stessi, studiare se stessi con gioia e compassione e non farsi gli affari degli altri, non intromettersi nelle vite degli altri.
Significa smettere di voler avere sempre tutto sotto controllo, di dominare gli altri, di voler controllare gli eventi.
Significa essere sciolti e naturali, fluire gioiosamente con gli eventi della vita, sia quando essa ti porta in basso, come quando ti spinge in alto… non serve a nulla deprimersi o esaltarsi…è importante rimanere centrati e liberi dentro, sempre.
Significa scegliere di aprirsi per vedere la realtà, accettarla, comprenderla e iniziare ad interagire, senza lottarci contro o fuggire da essa.
Significa comprendere che siamo collegati con tutto e con tutti e dunque… tutto ciò che pensiamo, diciamo a facciamo ha delle ripercussioni, sia nel bene, che nel male.
Significa vedere, accettare e comprendere il cambiamento… elemento necessario per il rinnovarsi della vita e della coscienza.
Significa vedere, accettare e comprendere la sofferenza per poterla trascendere… non combatterla o fuggire da essa.
Significa comprendere che si può anche scegliere di rimanere tali e quali e non cambiare nulla…continuare a lamentarsi contro tutto e tutti, soffrire inutilmente, vivere in base alla paure, in stati negativi e altamente condizionati, perché crescere è una scelta personale, non un obbligo.
Nella nostra condizione di “uomini automatici” la considerazione di cosa sia giusto e di cosa sia sbagliato non ha ancora un senso oggettivo pratico se non in linea teorica, in quanto, ognuno di noi può comprendere e scegliere di fare, solamente in relazione al suo personale livello di Coscienza e di Essenza che è diverso per ognuno.
Una persona può ‘fare’ solamente ciò che il suo livello di Coscienza gli permette di vedere, di capire e di fare, nulla di più, nulla di meno.
Questo punto è molto importante da comprendere: che per fare le cose diversamente, serve che uno diventi una persona diversa.
E a monte, nella Via, si lavora per anni nel tentativo di migliorare la propria capacità di presenza, di percezione e di comprensione, perché voler ‘fare’ senza riuscire a ‘vedere coscientemente’ e senza ‘capire coscientemente’, questo ci riporta a fare le cose esattamente come le abbiamo sempre fatte.
Roberto Potocniak
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