Benché possa sembrare contrario ad alcune logiche, dare è meglio che ricevere.
E il motivo è semplice.
Quando dai, il pensiero che sta dietro il tuo dare sarà un pensiero di abbondanza e, di conseguenza, la vibrazione dell’abbondanza attirerà a te forme di ricchezza.
Contrariamente, quando trattieni, il pensiero che starà dietro il tuo trattenere avrà la vibrazione della mancanza, e tale vibrazione attirerà a te forme di scarsità.
In altre parole:
Pensare a dare vuol dire sapere di avere. Pensare a ricevere vuol dire sapere di non avere.
Considerato che le nostre convinzioni subconsce modellano la nostra realtà, l’individuo diventa ricco quando da sé stesso al prossimo, quando cioè si convince di avere molto da dare.
Mentre, sul piano collettivo, la nazione prospera quando tutti gli individui danno il loro talento per il bene comune, cioè quando il loro lavoro non è solo funzionale al loro interesse personale ma anche a quello degli altri.
Fate attenzione che qui per ricchezza e prosperità non si intende necessariamente ricchezza materiale.
L’abbondanza è un termine che include anche i sentimenti e la pienezza della vita emotiva, qualcosa che non si potrebbe mai realizzare se uno si ostinasse a ricevere dagli altri senza mai dare.
Dare sé stessi agli altri è essenziale all’evoluzione
Nonostante in natura sia evidente che il singolo debba, in un certo senso, darsi al gruppo per permettere al gruppo stesso di prosperare, l’uomo moderno è arrivato a credere che sia possibile perseguire la felicità senza gli altri.
La cultura del tempo spesso ci insegna a pensare solo a noi stessi, e noi seguiamo questo insegnamento quando lavoriamo solo per ricevere, senza pensare realmente a quello che abbiamo da dare, senza chiederci se il nostro lavoro renda o meno il mondo un posto migliore.
Il nostro lavoro e i nostri sacrifici si basano sulla convinzione che l’essere umano senza averi non vale, che il suo valore è proporzionato alla ricchezza materiale e intellettuale che si riesce ad accumulare.
Ma cosa cambierebbe se fosse scontato per ciascuno di noi che il nostro valore è già intrinseco?
Credo che domande del genere siano essenziali a valutare le motivazioni per cui facciamo quello che facciamo, perché è semplicissimo lasciarsi ingannare dalla propria insicurezza.
In altre parole, accade facilmente che, credendo di essere in difetto, ci si concentri sull’ottenere, sul cercare quello che manca.
Ciò può portare fuori strada, può rendere egoisti o persino avidi.
La persona che crede di non aver avuto abbastanza amore nell’infanzia, per esempio, avrà più probabilità di pretendere attenzioni e trattamenti preferenziali in età adulta.
Sarà capace di prendere più degli altri senza sentirsi in colpa perché crederà di stare solamente compensando per ciò che le spettava e che non ha ricevuto.
Qui il principio del dare e del ricevere trova la sua manifestazione più palese e si mostra per quello che è: un attitudine che rispecchia la percezione della nostra ricchezza interiore.
Nel mio articolo Ikigai, l’arte di scoprire il senso della propria vita parlo di quali sono i quattro elementi essenziali del nostro Ikigai, ovvero il nostro motivo di esistere.
Tra i quattro, un aspetto essenziale è “ciò di cui il mondo a bisogno”, cioè qualcosa, che solo noi abbiamo, che riuscirebbe a colmare una mancanza nella vita delle altre persone.
Da ciò ne deriva che il rapporto di interscambio tra noi è l’esterno, il dare e ricevere, è imprescindibile da una vita piena di significato, una vita che sia il più possibile completa.
Per chiarire, dare sé stessi non vuol dire dare tutto, ma semplicemente dare il proprio talento, le proprie idee, per migliorare la vita di chi ci sta intorno.
La soddisfazione che si prova in quest’azione, ti assicuro, varrà mille volte di più di quella che qualsiasi possessione materiale potrà mai dare.
La scoperta del tuo talento ti renderà grande, e la sua condivisione ti renderà felice, perché il talento è una cosa preziosa, e va regalato, non per niente si chiama “dono”.
Trova altri articoli sulla crescita personale nel blog Dentro la tana del coniglio