Dopo quasi un anno di pratica dei validi esercizi proposti nel libro Le cinque ferite di Maria Rosa Fimmanò – esperta di meccanica quantistica, relatività, teoria dei campi informati ed elettromagnetismo – mi ritrovo a scoprire, quasi per caso, che esiste una similitudine con degli antichi simboli praticati da oltre cinquemila anni per la ricerca dell’equilibrio tra corpo, mente e spirito, ovvero i mudra.
I mudra sono delle particolari posizioni da assumere con le mani. In sanscrito il termine mudra significa gesto oppure sigillo. Questi gesti sono talmente potenti ed efficaci da essere considerati alla stregua di pratiche terapeutiche per ritrovare l’armonia e la salute.
Per capire come funzionano dobbiamo tenere presente che nelle mani e nelle dita sono presenti numerose terminazioni nervose ed ogni mudra stimola i punti riflessi che si trovano nelle mani, creando una connessione con una parte del nostro cervello per ristabilire equilibrio al sistema nervoso.
L’ayurveda, la medicina tradizionale indiana, attribuisce a ogni dito della mano un elemento naturale e una correlazione ai chakra, i punti nodali che collegano i canali energetici del prana, l’energia che scorre nel corpo. Anche la medicina cinese, che a questi canali dà il nome di meridiani, individua su ciascun dito un meridiano collegato a un organo del corpo umano.
Nella pratica dello yoga i mudra sono utilizzati a completamento di alcuni asana (posizioni), oppure anche nelle fasi meditative o di visualizzazione.
Ogni gesto può essere praticato più volte al giorno, mantenuto per qualche istante (l’ideale sarebbe tre minuti per due volte al giorno), fino a un massimo di 15 minuti.
E’ consigliato praticarli lontano dai pasti in quanto l’energia é impegnata nel processo di digestione; quindi si possono eseguire alla mattina appena svegli, oppure alla sera, prima di cena.
La maggior parte dei mudra vi darà risultati immediati sotto forma di una maggior quantità di energia, di lucidità e di serenità mentale.
Nel caso di problemi più profondi ci vorranno alcune settimane di pratica, prima che il mudra sortisca appieno il suo effetto.
Alcuni consigli per la pratica:
- la pressione delle dita deve essere molto leggera e piacevole, le mani devono essere rilassate;
- durante l’esecuzione, l’attenzione della mente è rivolta all’ascolto delle sensazioni nel corpo;
- l’effetto viene accelerato e intensificato quando assumete una posizione di meditazione e, allo stesso tempo, vi concentrate sulle mani e osservate la respirazione.
Essendo i mudra numerosissimi, ne illustrerò solo alcuni, quelli basilari che possono esserci utili nella vita quotidiana.
1. Gyan Mudra: il sigillo della Conoscenza
Apre il chakra della radice e favorisce un maggior movimento di energia nelle gambe e nella parte inferiore del corpo. Calma la rabbia e aumenta la memoria.
Gyan Mudra è sicuramente il più conosciuto e diffuso del mondo yogico.
Spesso viene chiamato anche Chin Mudra, quando le dita puntano a terra, oppure Jnana Mudra, quando sono rivolte verso il cielo.
Ne esistono due versioni: quella “passiva” si realizza portando la punta del pollice contro la punta dell’indice e mantenendo le altre dita stese; quella “attiva” è una variante in cui il pollice si appoggia sulla prima falange del dito indice e lo blocca.
Lo si usa in pranayama potenti o esercizi particolari ed è bene applicare questo mudra con attenzione e cura.
Nel Kundalini Yoga l’energia del dito indice è associata al pianeta Giove, che rappresenta la conoscenza, l’espansione e la saggezza; il pollice rappresenta l’ego. Il collegamento tra queste due dita sta a simboleggiare la coscienza umana (pollice) che si collega con il divino (indice), le altre tre dita rappresentano le tre qualità energetiche che animano l’universo, chiamate Guna.
Il cerchio che le due dita creano rappresenta l’essenza dello yoga: l’unione dell’anima individuale con l’anima universale.
Con questo mudra possiamo quindi risvegliare e fortificare queste qualità in noi.
Nella tradizione yogica del Kundalini è un mudra importante, usato in molte sequenze, meditazioni e pranayama.
Gyan Mudra è uno dei sigilli che si possono adottare, insieme a Budda Mudra e alla posizione della preghiera, anche se si vuole semplicemente recitare un mantra o connettersi al proprio respiro.
2. Shuni Mudra: la pazienza
Questo mudra aumenta la pazienza.
Per formare questo mudra occorre portare la punta del pollice contro la punta del dito medio.
Il pianeta Saturno, a cui è associato il dito medio, rappresenta la capacità di portare a compimento un dovere. Poiché stimola la nostra capacità di essere pazienti e capaci di mantenere l’impegno, viene anche chiamato “il sigillo della pazienza”.
3. Surya Mudra: il “sigillo del sole”
Aumenta l’energia, la stabilità e la fiducia in se stessi.
Surya Mudra, chiamato anche Prithivi Mudra, si forma mettendo il pollice contro la punta dell’anulare.
I pianeti che lo governano sono il Sole e Urano: il Sole per l’energia, la salute e la sessualità, Urano per la forza del sistema nervoso, l’intuito e il cambiamento.
Tenere questo mudra dà energia, rivitalizza e rinforza il sistema nervoso, dà salute e la capacità di vincere. È a questo dito che nella tradizione si mette la fede, quindi ha anche a che fare con la salute della coppia.
4. Buddhi Mudra: il sigillo della chiarezza mentale
Questo mudra serve a stimolare la capacità di comunicare chiaramente e intuitivamente.
Per comporlo basta far incontrare la punta del pollice con quella del mignolo. Mercurio è il suo signore e simboleggia la velocità e il potere mentale di comunicare.
5. Atmanjali Mudra: la posizione della preghiera
Questa unione delle mani invia dei messaggi al cervello integrando e bilanciando i due emisferi. Ripristina l’equilibrio a vari livelli e crea una connessione al chakra del cuore. Spesso questo mudra è posto contro il petto a generare appunto un contatto diretto con il chakra del cuore.
Portare i palmi delle mani a contatto l’uno dell’altro.
Nel Kundalini Yoga viene usato tradizionalmente quando si apre una sessione di yoga e quando la si chiude, abbinato alla recitazione di mantra specifici.
6. Ganesha Mudra: la stretta dell’orso
La presa dell’orso stimola l’attività cardiaca e l’apertura del chakra del cuore, ma anche i passaggi bronchiali sciogliendo qualsiasi tensione in questa zona. Favorisce inoltre la concentrazione. È un mudra che spesso si trova in sequenze per il cuore o i polmoni, ma anche in meditazioni e pranayama.
Per comporlo, mettere la mano sinistra davanti al petto con il palmo rivolto verso l’esterno e il pollice verso il basso. Portare il palmo della mano destra verso il petto, a contatto del palmo sinistro, piegare e agganciare le dita tra di loro, formando una specie di pugno.
7. Budda Mudra: per la calma interiore
È un mudra classico da tenere durante la meditazione, ci aiuta a raggiungere e mantenere la calma interiore. Le due mani a coppa simboleggiano la nostra interiorità pura, libera e aperta a ricevere tutto ciò di cui abbiamo bisogno nel nostro cammino spirituale.
Per le donne: poggiare il palmo della mano destra rivolto verso l’alto sul palmo della mano sinistra e tenere i pollici a contatto. Per gli uomini, fare esattamente il contrario.
8. Ushas Mudra: stretta di Venere
Questa posizione delle mani va a stimolare la zona carnosa alla base del pollice, chiamata Monte di Venere, riequilibrando e canalizzando l’energia sessuale verso i chakra superiori.
Per le donne: intrecciare le dita tenendo il mignolo destro all’esterno, la punta del pollice viene portata contro la membrana tra il pollice e l’indice sinistro.
Il pollice sinistro si appoggia lateralmente a quello destro premendo con la punta il monte carnoso alla base del pollice destro.
Per gli uomini: si inverte la posizione delle dita, e cioè il mignolo sinistro è in esterno, le dita sono intrecciate, la punta del pollice sinistro va contro la membrana della mano destra. Il pollice destro si appoggia lateralmente al sinistro e preme con la punta il monte carnoso del pollice sinistro.
9. Ksepana Mudra
Questa posizione deriva dalla Stretta di Venere e favorisce l’eliminazione delle tossine attraverso il colon, la pelle e i polmoni. Libera tensioni di vario genere, mentali e energetiche. Nel Kundalini yoga è spesso associata a una delle tre più importanti meditazioni che si chiama Sat Kriya.
Per le donne: intrecciare le dita tenendo il mignolo destro all’esterno, solo gli indici rimangono stesi e a contatto tra di loro. Si incrociano il pollice sinistro sul destro.
Per gli uomini: invertire la posizione delle dita, tenendo il mignolo sinistro sul fondo, sempre gli indici sono stesi e a contatto. Il pollice destro si incrocia sul sinistro.
10. Kubera: il mudra del desiderio
Questo mudra prende il nome da Kubera, la divinità indù della ricchezza, ed è utilizzato per progettare il proprio futuro.
Le tre dita chiuse impartiscono maggiore forza alla materia e/o al pensiero. Possiamo quindi pensare che succederà qualcosa quando le dita di Marte (l’energia), di Giove (lo splendore, la gioia esuberante) e di Saturno (la concentrazione sull’essenziale e il passaggio attraverso nuove soglie) uniscono le loro forze. Usare questo mudra in situazioni specifiche della vita quotidiana ci infonde pace interiore, fiducia e serenità.
A livello fisico apre e decongestiona i seni nasali.
- Formulate nella mente il desiderio o lo scopo con molta chiarezza e con parole precise.
- Chiedete al cuore se è una cosa buona per voi e se arricchisce il mondo attorno a voi.
- Ora unite le tre dita, formulate il desiderio in una frase positiva e pronunciatela ad alta voce per tre volte premendo le dita tra loro.
Buona pratica!
Laura Callegaro | crescitaspirituale.it
Fonti
leviedeldharma.it
yoganride.com
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