Stare in silenzio è l’arte più semplice del mondo. Non si tratta di fare, ma di non-fare.
Cosa c’è di difficile? Ti sto mostrando la strada per l’illuminazione attraverso la pigrizia! Non c’è niente da fare per raggiungerla, perché essa è la tua natura. La possiedi già. Solo che sei così occupato dalle cose esterne che non riesci a vedere la tua vera natura. Dentro di te, nel profondo, ci sono esattamente le stesse cose che ci sono fuori di te: bellezza, silenzio, estasi, beatitudine.
Ma, per favore, qualche volta sii gentile con te stesso e, semplicemente, siediti e non fare niente, nè fisicamente nè mentalmente. Rilassati, ma non come fanno gli americani… mi è capitato di vedere dei libri intitolati “Come rilassarsi”… già dal titolo si capisce che l’autore non sa nulla del rilassamento. Non c’è nessun «come».
Può andar bene “Come riparare un’auto”, perchè poi devi fare qualcosa. Ma non c’è nessun «fare» che abbia a che vedere con il rilassamento. Semplicemente, non fare niente.
So che all’inizio lo troverai un po’ difficile. Non perché il rilassamento sia difficile, ma perchè ti sei assuefatto a fare qualcosa. E quell’assuefazione ci metterà un po’ a sparire.
Sii e osserva, è sufficiente.
Essere è non-fare, anche osservare è non-fare. Ti siedi in silenzio, senza fare niente, e sei il testimone di qualunque cosa accada. Ci saranno pensieri che si agiteranno nella tua mente; il tuo corpo potrebbe sentire delle tensioni da qualche parte; potrebbe venirti l’emicrania. Tu sii un semplice testimone. Non ti identificare con queste cose. Osserva, sii un osservatore sulla collina; mentre tutto il resto accade a valle.
È un trucco, non un’arte.
La meditazione non è una scienza, non è un’arte, è un trucco – solo questo. Tutto ciò di cui hai bisogno è un pò di pazienza.
Le vecchie abitudini persisteranno; i pensieri continueranno a correre, e la tua mente sarà sempre nell’ora di punta, col traffico permanentemente bloccato. Il tuo corpo non è abituato a stare seduto in silenzio – continuerai a rigirarti e agitarti. Non c’è da preoccuparsi. Semplicemente osserva che il corpo si sta rigirando e agitando, che la mente è un turbinio, piena di pensieri – coerenti, oppure contraddittori, o inutili – di fantasie, di sogni. Tu resta nel centro, e limitati a osservare.
Tutte le religioni del mondo insegnano a fare qualcosa: interrompere il corso dei pensieri, costringere il corpo in una posizione immobile… Questo è yoga – una lunga pratica per costringere il corpo a stare immobile. Ma un corpo costretto non è immobile. E tutte le preghiere, le tecniche di concentrazione e contemplazione di ogni religione hanno fatto la stessa cosa con la mente: l’hanno costretta, impedendo ai pensieri di muoversi liberamente. Certo, tu sei in grado di farlo. E se insisti riuscirai a fermare il corso dei pensieri. Ma tutte queste cose non portano alla vera meditazione, sono cose del tutto artificiali, false.
Quando l’immobilità è spontanea; quando il silenzio scende senza sforzo; quando tu osservi i pensieri, e arriva il momento in cui essi cominciano a sparire, e il silenzio comincia ad accadere… allora è bello! I pensieri si fermano da soli, se tu non ti identifichi con essi, se tu rimani un testimone e non dici: «Questo è un mio pensiero».
Non dire: «Questo è buono e questo è cattivo», o «Questo dovrebbe esistere e quest’altro no», perchè allora non sei un osservatore, ma hai dei pregiudizi, hai opinioni precise. Un osservatore non ha pregiudizi e non giudica. Egli semplicemente vede, come uno specchio.
Quando metti qualcosa davanti a uno specchio, esso riflette l’immagine, la riflette, semplicemente. Non vi è alcun giudizio, se un uomo è brutto, se un uomo è bello, se… «Aha! che bel naso hai!». Lo specchio non ha niente da dire. La sua natura è rispecchiare, riflettere. Questo è quello che io chiamo meditazione: tu semplicemente rispecchi ogni cosa, interna ed esterna.
E te lo garantisco… posso garantirtelo, perchè è successo a me e a molta della mia gente, è sufficiente osservare con pazienza – forse ci vorranno alcuni giorni, forse alcuni mesi, forse alcuni anni. Non si può dire, perchè ognuno ha accumulato cose diverse.
Ti sarà capitato di vedere qualcuno che fa la raccolta di oggetti antichi, o di francobolli: ciascuno ha la propria collezione, di cui può essere diversa la dimensione, e quindi il tempo necessario per farla – in ogni caso tu continua a essere un testimone, per quanto ti è possibile. Questa meditazione non ha bisogno di momenti particolari. Puoi pulire il pavimento, e restare in silenzio mentre ti osservi pulire.
Posso muovere la mia mano inconsciamente, senza osservare ciò che faccio, oppure posso muoverla con piena consapevolezza, e la qualità dell’azione è diversa. Quando la muovi inconsciamente è qualcosa di meccanico. Quando la muovi con consapevolezza c’è grazia. Se perfino nella mano, che è una parte del corpo, puoi avvertire silenzio, calma – che dire della mente?
Continuando a osservare, piano piano la corsa dei pensieri rallenta. Cominciano ad apparire momenti di silenzio; un pensiero affiora, e poi c’è silenzio prima che ne affiori un altro. Questi spazi vuoti ti daranno le prime scintille di meditazione e per la prima volta la gioia di «arrivare a casa».
Osho